Il Capital Asset Pricing Model (CAPM) nasce come modello di
equilibrio di mercato per definire il rapporto esistente tra rischio e
rendimento atteso di un titolo, nelle scelte dei singoli individui.
Il modello del CAPM cerca di rispondere ad alcuni quesiti
derivanti dal contributo di Markowitz incentrato sull’approccio media-varianza
in cui gli investitori costruiscono un portafoglio ottimale secondo la regola
del massimo rendimento possibile (valore atteso) ma minimo rischio (varianza).
Le ipotesi del modello, in larga parte previste già nel
modello di Markowitz, riguardano il comportamento dei singoli individui e il
funzionamento del mercato:
- gli investitori ambiscono alla massimizzazione della ricchezza finale e sono
avversi al rischio;
- il periodo di investimento è unico e le previsioni sono formulate all’inizio
dell’arco temporale;
- il valore atteso e la deviazione standard dei rendimenti sono i due soli
parametri necessari per la scelta;
- le attività sono perfettamente divisibili, non esistono costi di transazione e tasse;
- non esistono barriere alla possibilità di investire.
A queste ipotesi, è necessario aggiungere ulteriori assunzioni:
- tutte le attività sono negoziabili;
- il mercato è perfetto, ossia le informazioni sono liberamente ed
istantaneamente disponibili agli operatori;
- le aspettative degli investitori sono omogenee, ossia essi hanno le medesime
percezioni circa i rendimenti attesi, le varianze e le covarianze;
In tale mondo, investendo in un titolo, si possono
incontrare due tipi di rischi:
1) rischio
diversificabile (tipo di rischio che può essere eliminato investendo in un
portafoglio composto da una moltitudine di titoli di attività finanziarie);
2) rischio sistemico
(denominato anche rischio di mercato, e non è eliminabile attraverso la
diversificazione).
Il modello CAPM ci permette di trovare il rendimento atteso
di un titolo come la somma tra il tasso risk-free e un premio di rischio che
esprima il rischio non diversificabile. Il premio dipenderà molto da un
coefficiente beta che misura la reattività del rendimento di un titolo ai
movimenti del mercato. Tanto maggiore è il coefficiente beta, tanto maggiore
sarà il rendimento atteso dell’attività perché possiede un maggior grado di
rischio non diversificabile. Un investitore esigerà quindi un rendimento atteso
più elevato per detenere un’attività finanziaria più rischiosa.
Il nucleo del CAPM è una relazione attesa tra il rendimento
di un qualsiasi titolo e il rendimento del portafoglio di mercato, che può
essere espressa come:
dove
Nella precedente formulazione, Ri è il
rendimento dello specifico titolo; Rm è il rendimento di
mercato; Rf è il tasso privo
di rischio.
Sarebbe contro intuitivo attendersi che un investitore
riceva un rendimento per essersi fatto carico di
un rischio diversificabile: non è, salvo casi particolari, razionale esporre la
propria ricchezza a più rischio del necessario. Conseguentemente, il rendimento
richiesto per una data attività finanziaria, ossia il rendimento che compensa
l'investitore per il rischio di cui si fa carico, deve essere legato alla
rischiosità dell'attività stessa in un contesto di portafoglio - ossia, in termini del
suo contributo alla rischiosità del portafoglio nel complesso. Nel contesto del
CAPM, si osservi, tale rischiosità è rappresentata esclusivamente da una
maggiore o minore varianza del rendimento del portafoglio .
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